Il tema della
qualità dei pallet riguarda ogni
attore della filiera logistica:
distribuzione, trasporto e GDO si
confrontano (e si scontrano)
quotidianamente al momento
dell’interscambio. GI.MA.TRANS
replica con il suo servizio di
riparazione EPAL certificata.
GS1 Italy, il Politecnico di Milano
e l’Università Cattaneo LIUC hanno
recentemente stimato che ogni anno
in Italia oltre 3,2 miliardi di
colli di merce di largo consumo
siano trasportati su 68 milioni di
pallet.
Questo numero impressionante di
supporti movimentati annualmente,
oltre a impattare economicamente e
operativamente sulle attività di
ogni operatore della filiera
logistica, coinvolge anche un
aspetto squisitamente ambientale.
Una ricerca effettuata dal
dipartimento di Chimica, Materiali e
Ingegneria Chimica del Politecnico
di Milano e commissionata dal
Comitato Tecnico EPAL di Conlegno ha
infatti misurato le prestazioni
ambientali del ciclo di vita del
pallet EUR/EPAL (nella prospettiva
“dalla culla alla culla”),
stabilendo come il sistema di
interscambio, riparazione e
reintroduzione dei supporti nel
circuito contribuisca a mitigare
l’effetto serra poiché ogni singolo
pallet sottrae all’atmosfera una
quantità totale di 18,4 Kg di CO2
equivalente. Questo vuol dire che
annualmente sono sottratte
all’atmosfera oltre un milione di
tonnellate di CO2 equivalente, di
cui oltre 70.000 in Italia.
Le tematiche di cruciale rilevanza e
i numeri descritti motivano la
scelta di molti operatori della
filiera logistica di approfondire la
materia della gestione dei supporti
alla movimentazione, al punto da
dedicare figure interne all’azienda
al controllo economico e operativo
dell’attività.
Il circuito pallet utilizzato nella
filiera del largo consumo è quello
EPAL, un sistema caratterizzato da
norme molto stringenti per quanto
riguarda i controlli qualitativi,
sia in fase di produzione che di
riparazione. Nello specifico, il
pallet EPAL è un pallet piatto a
quattro vie, di dimensioni 800 x
1200 mm, riutilizzabile e realizzato
sulla base di un preciso capitolato
tecnico che stabilisce
caratteristiche degli elementi,
tolleranze dimensionali, posizione
dei chiodi, umidità del legno e
altri vincoli e requisiti tecnici
(Fiche UIC 435-1 per il traffico
internazionale, Fiche UIC 435-2 per
la produzione e Fiche UIC 435-4 per
la riparazione).
Questo supporto assolve da un lato
la funzione di protezione della
merce da eventuali urti durante il
trasporto, la movimentazione e lo
stoccaggio, dall’altro la
movimentazione e immagazzinamento
dei prodotti su pallet (la
cosiddetta pallettizzazione)
permette di ottimizzare lo spazio
disponibile nei depositi.
L’interscambio degli EPAL può
avvenire contestualmente alla
consegna, oppure in un secondo
momento; questa pratica di
interscambio differita comporta
l’emissione di buoni su cui è
riportato il numero di pallet
ricevuti e accettati come
“interscambiabili” da restituire.
Dallo scenario appena descritto, si
evince il motivo per cui in ogni
azienda della filiera sia presente
una figura preposta alla gestione
dei pallet: la corretta
amministrazione del flusso in
entrata e in uscita si rivela
infatti di fondamentale importanza
per ogni operatore del settore,
impattando sulle relazioni (ad
esempio fra produttori e
trasportatori o fra operatori
logistici e GDO) nel momento
dell’interscambio ma anche sul conto
economico delle aziende.
Poiché oltre il 75% del mercato EPAL
per la filiera del largo consumo è
basato sul sistema
dell’interscambio, il responsabile
della gestione pallet si troverà ad
affrontare controversie quasi
quotidiane nei momenti di
interfaccia fra i diversi attori
della catena.
Ad esempio le aziende distributive
hanno facoltà di respingere
eventuali supporti ritenuti non
idonei, per ragioni di sicurezza
della movimentazione: in questi casi
si verificherà la sostituzione dei
pallet inadoperabili e la
restituzione ai produttori dei vuoti
tramite interscambio immediato o
tramite buoni.
Gli operatori logistici, come
soggetti intermedi, assumono un
ruolo che comprende il controllo
dello stato d’uso, la ricezione e
conservazione degli EPAL ed infine
la distribuzione per conto del
proprio cliente, rispondendo in
prima persona della riconsegna e
della loro integrità.
Infine la GDO può trattenere, senza
obbligo di restituzione, tutti i
pallet che qualitativamente non
siano riconducibili allo standard
EPAL e per questo ritenuti non
idonei all’interscambio.
La qualità dei pallet assume quindi
un’importanza critica e non sempre
misurabile secondo criteri
oggettivi. Nonostante le stringenti
linee guida emanate dal Comitato
Tecnico EPAL di Conlegno, la
percentuale dei pallet scartati
presso i CeDi è infatti variabile:
escludendo dal calcolo il normale
tasso di usura fisica dei pallet in
legno, in taluni casi si accertano
percentuali di scarto superiori al
15-20%.
Operativamente l’attività di
controllo avviene al momento della
consegna delle merci ed è
demandata ai ricevitori, che
esaminano la qualità dei pallet
verificando l’integrità delle
tavole, la presenza della corretta
marcatura EPAL e controllando la
qualità del legno e lo stato
generale di usura: se l’operatore
ritiene che il pallet non possieda
gli standard qualitativi necessari,
esso è considerato a perdere e non è
interscambiato. Le differenze
qualitative tra un EPAL e un altro
determinano spesso problemi al
momento della restituzione dei legni
da parte del ricevitore
all’autotrasportatore, causando
anche forti contestazioni in fase di
scarico.
Per questo motivo sempre più aziende
decidono di affidarsi alla figura
del riparatore certificato EPAL per
risolvere le problematiche appena
esposte: a livello nazionale il
Comitato Tecnico FITOK stima che i
pallet riparati siano stati
1.033.381 nel solo primo trimestre
2020.
Dato l’alto valore economico dei
pallet, negli anni sono proliferate
realtà che effettuano il lavoro di
riparazione sfruttando i codici di
licenze inesistenti o scadute ed
immettendo nel mercato pallet “simil-Epal”.
Sebbene la scelta possa sembrare
inizialmente vincente da un punto di
vista economico, la percentuale di
scarti dovute alla scarsa qualità
della riparazione non conforme agli
standard nel tempo si rivela motivo
sufficiente per rivolgersi a
operatori certificati (in ogni caso
la riparazione di pallet EPAL
effettuata senza autorizzazione
viene perseguita legalmente).
In Italia sono presenti circa 140
aziende omologate per la riparazione
certificata EPAL, le cui attività
fanno riferimento a specifiche norme
tecniche e a direttive emanate dagli
enti di controllo Qualipal ed
Assolegno-Arredo; il lavoro di
riparazione e il rispetto di tutte
le regole è inoltre sottoposto alla
verifica della società di controllo
indipendente Bureau Veritas, che
svolge per conto di Conlegno oltre
1.800 controlli qualità in Italia
presso le aziende certificate FITOK.
L’azienda di riparazione certificata
opera secondo la norma UNI EN ISO
18613:2014, che stabilisce i
parametri di riparazione dei pallet
specificando in fase di scelta il
numero e la tipologia dei punti di
rottura ammessi e, in fase di
sostituzione, i criteri di
riparazione che devono essere
utilizzati per ripristinare le
componenti danneggiate o mancanti.
"Rivolgersi a riparatori non
autorizzati potrebbe comportare una
lenta ma costante degradazione
qualitativa del parco pallet EPAL
creando problemi per la sicurezza
degli operatori.” dichiara Renato
Pizzo AD di Frigoscandia “Per questo
motivo da qualche anno abbiamo
deciso di affidarci a GI.MA. TRANS
per il nostro parco pallet di
proprietà.” Questa scelta garantisce
a Frigoscandia la riparazione di
circa 28.000 bancali all’anno, con
una percentuale di scarto definitiva
inferiore al 10% e un servizio che
comprende ritiro, riparazione e
riconsegna. La decisione di
incaricare GI.MA TRANS ha seguito
criteri di economicità (rispetto
allo smaltimento e al successivo
acquisto di EPAL nuovi) ma anche di
velocità di servizio, grazie
all’alta percentuale di mezzi di
proprietà con cui l’operatore
logistico di Pozzo d’Adda può
ritirare e riconsegnare carichi
completi di EPAL.
Un valore aggiunto confermato anche
dalle insegne della Grande
Distribuzione, a cui GI.MA TRANS
dedica quotidianamente motrici e
bilici per le consegne da Ce.Di. a
pdv: tra i vantaggi la GDO rileva la
gestione più agevole dello spazio
fisico dedicato ai pallet, poiché
non è necessario riservare parte dei
depositi allo stoccaggio dei legni
da smaltire, e il notevole risparmio
economico, dovuto al mancato
reintegro di EPAL nuovi necessari
alla pallettizzazione. I ritiri
presso i Ce.Di. avvengono di norma
due volte al mese, ma in periodo
COVID l’operatore logistico è stato
in grado di soddisfare le richieste
di raddoppio del servizio,
garantendo il ritiro, la riparazione
e la successiva riconsegna di un
carico completo di 450 bancali a
settimana.
Una persona dedicata alla gestione
del servizio di riparazione EPAL
completa l’attività che offre il
Gruppo GI.MA TRANS: “Negli anni ci
siamo accorti che i nostri clienti
avevano l’esigenza di trovare un
partner logistico che rispondesse
nel modo più integrato possibile
alle sue esigenze” dichiara Stefano
Quarti, CEO di GI.MA TRANS “In
quest’ottica abbiamo deciso di
certificarci come riparatori EPAL,
per declinare sul mercato anche in
questo servizio la nostra
trentennale esperienza nel settore”.
Il riutilizzo dei pallet tramite
riparazione permette inoltre un
notevole risparmio di materie prime
e di conseguenza una riduzione
dell’impatto ambientale: la scelta
di acquisire la certificazione per
la riparazione EPAL abbraccia la
pluriennale scelta di GI.MA. TRANS
di essere sempre in prima linea
nella sostenibilità ambientale e
conferma la volontà del Gruppo di
tradurre la propria Green Vision in
valori concreti e misurabili.
Grazie alla
trentennale esperienza nel settore
del trasporto e della logistica a
temperatura controllata, il Gruppo
GI.MA. TRANS si posiziona come uno
dei principali operatori logistici
della filiera agro-alimentare
italiana. Da sempre partner
strategico per le grandi insegne
della GDO, annovera fra i suoi
clienti anche importanti marchi del
settore dell'Industria alimentare,
ai quali offre servizi di ritiro,
stoccaggio, trasporto e consegna a
temperatura positiva e negativa.
Il forte orientamento
all'innovazione tecnologica e alla
sostenibilità è testimoniato dalla
flotta di oltre 190 mezzi,
costituita esclusivamente da mezzi
Euro 5 ed Euro 6, ai quali si
aggiungono 12 mezzi alimentati a LNG
e appartenenti al Progetto Green
Truck per il trasporto refrigerato
100% ECO. Nello scorso anno fiscale
il Gruppo GI.MA. TRANS ha fatturato
quasi 25 milioni di euro.
https://www.gimatrans.it/